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N° 105

 

BERSAGLIO PER LA MORTE

 

Di Carlo Monni (con concetti e personaggi di Fabio Volino e Andrea Garagiola)

 

 

PROLOGO

 

 

            La giovane donna dai capelli color rame tagliati corti che indossa una tuta bianca aderente con il disegno di un ragno nero all’altezza del seno sinistro è seduta su una poltroncina ed osserva un filmato proiettato su uno schermo panoramico davanti a lei. I suoi occhi blu cobalto sono fissi sull’uomo che si vede in primo piano nel filmato,

Il suo sguardo è privo di espressione. Le sue dita guantate sembrano accarezzare inconsciamente il fucile di precisione Dragunov SVU-A equipaggiato con proiettili calibro 6.5×54mmR a frammentazione posato sulle sue ginocchia.

-Quello è il tuo bersaglio.- dice, in Russo, una voce maschile alle sue spalle.

-Il mio bersaglio.- ripete lei meccanicamente nella stessa lingua. Nessuna inflessione particolare nella sua voce.

-Lui è un nemico della Russia e qual è il tuo dovere con i nemici della Russia?-

-Eliminarli.-

-Quindi cosa farai quando lo avrai a tiro?-

-Lo ucciderò: ucciderò Henry Peter Gyrich.-

            Sotto la sua maschera rossa a forma di teschio l’uomo alle spalle della donna chiamata Vedova Bianca sorride.

 

 

1.

 

 

            Pentagon City è una piccola comunità nella Contea di Arlington in Virginia nei pressi del famoso Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, e del Cimitero Nazionale di Arlington. Vi si trova anche l’omonima fermata delle linee Blu e Gialla della Metropolitana del Distretto di Columbia. Non è strano, quindi trovare nei suoi locali militari delle varie armi ed impiegati o funzionari di qualche ufficio governativo.

            Il Maggiore dei Marines Elizabeth Mary Mace entra in uno di questi locali e dopo qualche istante di esitazione individua l’uomo che è venuta ad incontrare: capelli biondi, occhi azzurri seminascosti da un paio di occhiali, completo blu, camicia bianca, cravatta rossa, siede ad un tavolo d’angolo e nel vederla le rivolge un sorriso aperto e sincero.

-Buongiorno Comandante.- lo saluta Liz fermandosi davanti a lui.

-Sempre e solo Steve per te, Liz.- replica lui -Siediti pure.-

            Liz si siede, appoggia a terra la sua valigetta, si aggiusta la gonna della divisa ed infine dice:

-Confesso di essere rimasta sorpresa dalla tua telefonata, Steve. Non che mi dispiaccia incontrare l’uomo che mi ha ispirata a diventare quella che sono, ma credevo fossi troppo impegnato di questi tempi.-

-I momenti di quiete sono rari per chi fa una vita come la nostra e per questo sono preziosi.- replica Steve Rogers - Ero in Virginia a tar visita a mia figlia ed ho pensato di approfittarne per vederci.-

-Perché ho la sensazione che la tua non sia una semplice visita di cortesia?-

            Steve si limita a sorridere poi dice:

-Sono stato a cena con Nick Fury recentemente[1] e mi ha detto che ti aveva chiesto di rintracciare un’agente russa chiamata Vedova Bianca.-

-È vero, mi ha chiamato di recente per questo.-[2] replica Liz -Sembra che sia convinto che lei sia ancora negli Stati Uniti. Ho accettato anche se ultimamente ho altre faccende che mi impegnano.-

-La scomparsa di tua sorella e le minacce ai tuoi genitori. Nick me ne ha parlato.-

-C’è qualcosa che quell’uomo non sa delle nostre vite?-

-Più di quanto pensi, ma non parliamo di questo. Se non ti dispiace, vorrei darti una mano a rintracciare la Vedova Bianca.-

-Ne sarò felice ma come si rintraccia una superspia abituata ad agire nell’ombra?-

-Cercando di pensare come lei.-

-E come possiamo riuscirci?-

-Si dà il caso che io conosca chi ne è capace.-

 

            L’Harley Davidson si arresta davanti all’edificio che ospita la sede della North Organization nella Contea di Arlington, non molto distante dal locale dove Liz Mace e Steve Rogers stanno parlando. Ne scende una donna alta e longilinea dal fisico tonico che indossa un completo di pelle nera e stivali di cuoio alti fin quasi al ginocchio. Sotto il giubbotto ha un maglione dolcevita nero anch’esso. Quando si sfila il casco mostra un viso affilato, dai lineamenti regolari, capelli castani corti, occhi chiari.

            Sistemato il casco nell’apposito vano della moto, la donna si avvia con passo deciso verso l’ingresso e si ferma davanti alla postazione delle guardie di sicurezza.

-Carolyn St. Lawrence.- si presenta -Ho un appuntamento con Mr. Levine e Mr. McMasters.-

            Una delle guardie verifica su un elenco ed alla fine dice:

-Confermato. La prego di sottoporsi ai controlli, Miss St. Lawrence.-

-In questo caso…- Cary St. Lawrence estrae da una tasca del giubbotto un paio di mazzi di chiavi, poi dalla cintura un coltello da combattimento ed infine, da una fondina una semiautomatica Sig. Sauer -… meglio che vi dia subito queste.-

            Una volta terminati i controlli, la guardia porge a Cary un badge dicendo:

-Lo tenga sempre in vista. Le sue armi le saranno restituite all’uscita.-

-Per il Colonnello St. Lawrence possiamo fare un’eccezione, George. Dopotutto un militare si sente nudo senza le sue armi, non è vero, Colonnello?-

            A parlare è stato David Levine, Presidente della divisione americana della North Organization, al suo fianco una ragazza dai capelli rossi e le forme prorompenti strette in un mini abito nero.

-Me lo cavo bene anche senza ma è vero che preferisco averle con me.- replica Cary risistemando le sue armi.

-Le hanno concesso di tenerle dopo le sue dimissioni?-

-Non ho chiesto il permesso.-

            Levine sorride e le stringe la mano poi dice:

-Sono certo che ricorda la mia assistente Miss Hera.-

-Difficile dimenticarla..- ribatte Cary ammiccando verso la giovane donna.

-Sono lieto che abbia deciso di accettare la nostra offerta.- continua Levine.

-Come le ho già detto, le mie prospettive nell’Esercito erano ormai limitate ed io sentivo il bisogno di cambiare.-

-Vedrà che qui alla North il suo talento sarà adeguatamente valorizzato. Ora, se vuol seguirmi, Sir Ian è ansioso di conoscerla.-

-Ed io di conoscere lui.- afferma Cary.

 

            La ragazza dai capelli color rame sembra solo una delle tante che fanno jogging prima di andare al lavoro o all’università. Passa per la terza volta davanti al più famoso edificio di Pennsylvania Avenue che a sua volta è la più famosa strada della capitale degli Stati Uniti.

            Si ferma apparentemente a prendere fiato a distanza di sicurezza ma in realtà tiene d’occhio un‘auto che varca i cancelli della Casa Bianca.

            Puntualissimo come ogni giorno. Ci si potrebbe regolare l’orologio sui suoi spostamenti. La ragazza sorride. Tutto come previsto, pensa, poi riprende la sua corsa.

 

 

2.

 

 

            Una Porsche Carrera blu atterra davanti ad un edificio apparentemente vuoto di uno dei moli di Atlantic City e ne scendono Steve Rogers, nel suo costume azzurro di leader dei Vendicatori Segreti, e Liz Mace nei panni di Capitan America.

-Che cos’è questo posto?- chiede Cap all’uomo che considera il suo mentore.

-Da quello che mi hanno detto, ospitava un casinò che ha chiuso dopo il fallimento dei proprietari.- risponde Steve.

-E chi dobbiamo incontrare qui?-

-Qualcuno che ha i suoi buoni motivi per non farsi vedere in nostra compagnia.- è la criptica risposta.

            La porta si apre con una semplice spinta e mentre entrano, Liz si rivolge ancora a Steve:

-Scusa se te lo chiedo… ma davvero credi che ti bastino un paio di occhiali e riavviarti quel ricciolo sulla fronte per nascondere la tua identità quando sei in borghese? Queste cose funzionano solo nei fumetti.-

-La gente spesso guarda più ai particolari che al quadro d’insieme e comunque di tutti quelli che ho incontrato in queste vesti, quasi nessuno ha anche una vaga possibilità di incontrare il Professor Steve Rogers anche solo per caso.- le risponde, sorridendo, lui.

Si ritrovano in un locale in penombra dove al centro, vicino al tavolo della roulette, siede una donna,

-Scusate questa teatralità ma dovevo incontrarvi in assoluta segretezza.-

            La prima cosa che Capitan America capisce è che la donna, nonostante si esprima in un ottimo Inglese, è russa, la seconda è che probabilmente lo fa apposta a stare in una posizione in cui il suo volto resta in ombra.

-Lei chi è, tanto per cominciare?- chiede Cap.

 -Il mio nome non è importante e del resto io non vi sto chiedendo i vostri. Quello che è importante è che abbiamo lo stesso obiettivo: rintracciare la dispersa Vedova Bianca.-

-Per quanto ne so, è stata rimpatriata. Ero presente quando è successo.-[3]

-Quella che ha visto, Capitano, è stata solo la sua consegna ad un ufficiale del G.R.U.[4] ma non la sua effettiva partenza, non è forse vero?-

-Lo S.H.I.E.L.D. si è assicurato che…-

-Quello che gli agenti dello S.H.I.E.L.D. hanno visto è una donna dai capelli rossi dalla corporatura giusta e con gli abiti giusti ma quella non era la vera Vedova Bianca, ma una che la impersonava. Sono assolutamente sicura che la Vedova Bianca non ha mai lasciato gli Stati Uniti.-

-Ci sta dicendo che i servizi segreti russi ci hanno ingannato?-

-Sarebbe stato nel loro stile ma stavolta sono innocenti, qualcuno ha ingannato anche loro ed ha rapito la Vedova Bianca.-

-Lei sembra molto sicura di quello che afferma, Signora.- interviene, pacato, Steve Rogers.

-Ho le mie fonti, Comandante...- replica la donna misteriosa -… e sono molto affidabili. Grazie a loro mi sono procurata delle riprese delle telecamere di sorveglianza di un aeroporto militare utilizzato dal G.R.U. e che si trova poco lontano da Mosca. La presunta Vedova Bianca è stata molto attenta a non farsi riprendere in volto, ma quel poco che si vede, unito alle descrizioni dei presenti, mi ha permesso di preparare un ragionevole identikit. Potete vederlo su quel tavolo.-

            Steve e Cap si scambiano un ‘occhiata d’intesa: per avere tutte quelle informazioni la donna misteriosa deve essere un pezzo grosso dei servizi segreti russi. I due si avvicinano al tavolo indicato e prendono ciascuno una copia della stessa immagine: quella di una donna dai capelli rossi ed occhi azzurri freddi come il ghiaccio.

Steve esclama:

-Ma questa è…l’Esecutrice!-

-Una spietata killer del KGB che dovrebbe essere morta nel 1954 ma che invece è sorprendentemente ricomparsa recentemente ancora viva e giovane.- precisa la donna misteriosa -Se lei l’ha riconosciuta, Comandante, immagino che saprà anche per chi lavora attualmente.-

-Il Teschio Rosso.- replica Steve -Non l’originale nazista ma uno che ha fatto rivivere l’organizzazione creata da Albert Malik negli anni 50 per l’Unione Sovietica.-

-Molto vero, purtroppo.-

-Parliamoci chiaro, lei cosa pensa?- interviene Liz Mace -Per quel poco che l’ho conosciuta, la Vedova Bianca non mi è sembrata il tipo che diserterebbe in favore del Teschio Rosso, quindi perché pensa che lui l’abbia fatta rapire?-

-Avete mai visto un film intitolato “The Manchurian Candidate”?- ribatte la donna.

-Una storia che parla di un soldato condizionato a commettere omicidi politici. È questo che pensa che sia accaduto?-

-Conosco lo scenario.- interviene ancora Steve -Ho avuto a che fare con qualcosa di simile poco tempo fa. In quell’occasione era stata condizionata un’altra Agente Vedova: la Vedova Rossa. Purtroppo lei rimase uccisa.-[5]

-A quanto pare, qualcuno ha scarsa fantasia - commenta Liz -Una cosa mi lascia perplessa: se la questione fosse semplicemente uccidere qualcuno, il Teschio Rosso ha fior di assassini al suo servizio, quindi perché prendersi il disturbo di rapire la Vedova Bianca e condizionarla? A meno che…-

-Per la riuscita del piano sia importante che sia proprio lei ad eseguire l’attentato.- completa Steve -Ma perché?-

-Perché è un’agente dei servizi segreti russi e tutti penseranno che ha agito su ordini del suo governo e non crederanno alle smentite.- aggiunge Cap.

-Esattamente.- interviene la donna misteriosa -Questo è quello che temiamo ed il motivo per cui qualunque cosa debba fare, O… la Vedova Bianca deve essere fermata.-

-Temiamo? Ammette, dunque di agire per conto del Governo Russo?- chiede Cap.

-Io non ammetto niente.-

-Un’altra cosa: come potremo trovarla in tempo quando non sappiamo dove può essere e chi e quando vuole colpire?-

-L’unico modo è provare a pensare come lei, immaginare quel che potrebbe fare ed anticipare le sue mosse.-

-Un compito non facile… ma non impossibile.-

-Un’ultima cosa: Nick Fury mi ha assicurato che voi due riuscirete a neutralizzare la Vedova Bianca senza che le sia fatto del male… senza ucciderla. Questo è molto importante per me.-

-Su questo può contare.- replica Steve -Non uccidere è il mio primo comandamento. La salveremo e gliela riporteremo.-

-Grazie.- risponde la donna con un tono autenticamente sincero.

            Steve socchiude gli occhi e tace qualche secondo, poi dice:

-Cominceremo subito, gospozha.[6] Può fidarsi di noi. Adesso la lasciamo ai suoi impegni. Se dovesse servire, sa come trovarci.-

            Detto questo, Steve si volta verso l’uscita e dopo qualche esitazione anche Capitan America la segue.

 

            Capitan America e Steve Rogers sono appena usciti che la donna misteriosa dice:

-Puoi uscire adesso, Vedova Nera.-

            Da una zona d’ombra esce una giovane donna bionda che indossa un’attillata tuta nera che le lascia scoperto l’addome,

-Cosa ne pensi?- le chiede la donna, che alla luce si rivela essere una rossa di oltre quarant’anni

-Non conosco bene Capitan America ma il Comandante è la persona più affidabile che conosco. Se qualcuno può salvare Olga Nikolaievna, quello è lui.- ribatte Yelena Belova.

-Ha fatto una buona impressione anche a me. Capisco perché Fury si fida di lui. Ma veniamo a te Yelena Kostantinova, sai cosa devi fare?-

-È ovvio: se davvero Olga non è mai arrivata in Russia, perché il Colonnello Amasova non sembra saperlo?-

-Anna Nikolaievna Amasova è la rezident[7] del G.R.U., non sarebbe all’altezza del suo compito se si fosse fatta abbindolare così.-

-Se è corrotta lo scoprirò anche se la cosa non mi entusiasma: anche se sono distaccata presso lo S.H.I.E.L.D. appartengo pur sempre al G.R.U. anch’io.-

-Ma hai il mandato di indagare direttamente dal tuo Direttore e da quello del S.V.R.,[8] la cosa dovrebbe rassicurarti. Immagino che ti dispiaccia agire anche alle spalle del tuo biondo Comandante.-

            Yelena fa un sorriso divertito e replica:

-Mi creda, Compagna Derevkova, lui ha capito subito che c’ero anch’io, glelo posso assicurare.-

 

            Appena fuori dall’edificio Steve Rogers si rivolge a Capitan America:

-Che impressione ti ha fatto la nostra interlocutrice misteriosa?-

-Cercava di sembrare distaccata ma è evidente che ha un interesse personale nella faccenda. Forse la Vedova Bianca è sua figlia o sorella… o amante. Comunque qualcuno importante per lei.-

-Ottima diagnosi, complimenti.-

-Tu ne sai più di quel che mi hai raccontato, non è vero?-

-Ci sono segreti che non sono miei, ma forse quando questa storia sarà finita li saprai anche tu.-

-Immagino che dovrò accontentarmi.-

            Salgono a bordo dell’auto che poco dopo decolla.

-Adesso ci sarà molto utile la tua mentalità da avvocato.- dice Steve.

-In che senso?- chiede Liz Mace.

-Mi auguro che saprai anticipare le mosse di una killer perché è davvero l’unica possibilità che abbiamo di prenderla.-

 

 

3.

 

 

            Carolyn “Cary” St. Lawrence rientra a casa alla fine della sua prima giornata di lavoro alla North Organization. Per prima cosa si sfila il giubbotto e lo appende all’attaccapanni accanto alla porta. I suoi pensieri al momento sono occupati dall’idea di farsi una bella doccia e poi ordinare qualcosa per cena.

            Improvvisamente sente il rumore della porta che si sta aprendo. Cary si gira di scatto estraendo la sua pistola e puntandola sulla figura che si staglia sulla soglia.

-Calma, sono io!- esclama Liz Mace.

            Cary rinfodera la pistola e dice:

-Scusami, evidentemente sono un po’ nervosa.

            Le due donne si abbracciano e si baciano poi, quando le loro labbra si staccano, Liz chiede:

-Temi che quelli della North non ti abbiano creduto?-

-Tutto sommato, no: credo proprio che si siano bevuti la storiella della lesbica insoddisfatta del proprio ambiente di lavoro ed in cerca di nuove esperienze più gratificanti.- risponde Cary -Era quello che si aspettavano da me ed è quello che gli ho dato, tuttavia…-

-Tuttavia?-

-Non mi aspetto che si fidino completamente di me fin dall’inizio, dovrò guadagnarmela la loro fiducia e non so se sarò abbastanza brava. Lavorare sotto copertura non è mai stato il mio genere.-

-Ce la farai, ne sono convinta.

-Mi pesa che dovremo stare lontane.-

-Anche a me ma se quelli della North sapessero che abbiamo una relazione potrebbero farsi domande scomode.-

-Eppure sei venuta.-

-Ma prima mi sono assicurata di non essere notata e sai che sono molto abile in questo.-

-Ho conosciuto il capo della North, quel McMasters di cui mi avevi parlato.-

-E che impressione ti ha fatto?-

-Quella di un tipo freddo ed arrogante. Ho conosciuto diversi ufficiali come lui: preferiscono essere temuti dai loro subalterni piuttosto che amati o rispettati. Mi ha già dato un incarico, per mettermi alla prova, dice. Farò parte del coordinamento della sicurezza di un evento.-

-Il concerto di qualche rockstar?-

-No. Un incontro sulle minacce alla sicurezza poste dai superumani. Ci saranno ospiti di tutti i paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e sarà coordinato da Henry Peter Gyrich.[9] Come spesso accade in questi casi, la gestione di parte della sicurezza è stata affidata a contractor come la North.-

            Gli occhi di Liz si illuminano di colpo.

-Deve essere questo!- esclama.

-Questo cosa?- ribatte, perplessa, Cary.

-L’obiettivo della Vedova Bianca. Ma chi deve uccidere? Gyrich o un altro? Deve essere Gyrich: la sua morte per mano di una superagente russa durante un evento come quello scatenerebbe un putiferio.-

-Indubbiamente. Come intendi muoverti?-

-Devo pensare come lei, chiedermi come agirei al posto suo ma non basta: se davvero è controllata mentalmente, devo anche cercare di immaginare cosa può volere chi la controlla.-

            Liz si ferma a riflettere qualche istante poi compone un numero sul suo cellulare.

-Steve? Sono Liz. Ho avuto un’idea.-

 

            Samuel T Wilson non è un comune uomo politico sotto molto punti di vista e non solo perché è davvero integerrimo ed incorruttibile, il che non vuol dire che non possa essere vulnerabile.

            In questo momento sta guardando un filmato in cui un uomo afroamericano ed una donna bianca e bionda sono intenti a fare sesso con molto impegno. Non è un film pornografico perché i due sullo schermo sono lui e la sua collaboratrice Nicole Adams ed il set è la camera da letto di Nicole.

            Sam ha ricevuto il video nella sua mail ufficiale del Congresso ed ha appena finito di vederlo che il suo cellulare squilla: numero criptato.

            Sam risponde ed una voce maschile gli chiede:

<<Ha gradito il nostro piccolo omaggio, Congressista Wilson?>>

-Chi è lei?- replica Sam stizzito -Cosa vuole? Se sta cercando di ricattarmi casca male: non ho abbastanza soldi.-

<<Non sono i soldi che ci interessano, mi creda. Ciò che vogliamo è semplice: lei rinunci alla rielezione e si dimetta anche dal suo incarico citando motivi personali e resterà l’unico a poter vedere quel video a parte noi.>>

-Chi siete voi? E come avete ottenuto quelle riprese? Tenevate Nikki sotto sorveglianza? Perché?-

<<Lei fa troppe domande mentre invece dovrebbe darci una sola risposta.>>

-La mia risposta è: andate a farvi fottere. Diffondete pure quel video, non credo che le mie performance erotiche interessino più di tanto i miei elettori. Chissà? La mia reputazione potrebbe perfino uscirne rafforzata.-

<<Lei dimentica alcune cose, Wilson: Nikki Adams è morta e lei ha un passato da criminale. Non ci sarebbe difficile, mi creda, manipolare le cose in modo da far credere alla pubblica opinione che lei ha chiesto a qualcuno dei suoi vecchi amici di eliminare un’amante diventata scomoda>>

-Ti ho già detto dove potete andare tu ed i tuoi amici, bastardo!-

<<Le consiglio di ripensarci. Ci risentiremo tra ventiquattr’ore.>>

            La telefonata si interrompe e Sam rimane per qualche istante a riflettere poi si alza, si assicura che la porta del suo ufficio sia ben chiusa dell’interno quindi i comincia a spogliarsi rivelando un costume bianco e rosso sotto gli abiti.

            Abbiamo detto che Sam Wilson non è un comune uomo politico, infatti è anche il supereroe chiamato Falcon e mentre balza fuori dalla finestra dell’ufficio spiccando il volo alla luce della Luna, Falcon giura che chiunque stia cercando di ricattarlo la pagherà molto cara.

 

Roberta Ann Mace fa una lunga doccia per lavar via il sudore e la fatica di una giornata di intensi allenamenti. Una routine che si succede sempre uguale da giorni e lei non ha ancora capito perché.

            Chi l’ha portata lì afferma di averla salvata da rapitori spietati, ma ora le sembra di aver scambiato una prigione con un’altra. Certo: nessuno le ha fatto del male ed è libera di muoversi come vuole. La donna misteriosa che è il suo unico contatto umano le ha detto che può andarsene quando vuole ma per andare dove?

            All’inizio è stata portata in una villetta di una cittadina vicino Boston nel Massachusetts ma ora non è più lì: l’hanno portata via dopo averla drogata in modo da non darle informazioni sul viaggio ed ora si trova in una fattoria in mezzo al nulla. Anche se volesse andarsene non saprebbe da che parte andare,

Uscita dalla doccia, Bobbi si asciuga i capelli corvini e se li sistema a coda di cavallo poi rientra nella sua stanza e si veste scegliendo una canottiera bianca ed un paio di shorts di jeans, completa il tutto con un paio di stivaletti.

-Molto Lara Croft.- commenta tra sé.

            Scende al piano di sotto e raggiunge la sala da pranzo dove mani ignote le hanno lasciato un pasto ancora caldo.

            C’è troppo silenzio e Bobbi ha la sgradevole sensazione di essere sola, completamente sola.

-Che sta succedendo?- esclama.

            Nessuno le risponde.

 

 

4.

 

 

            La sede della conferenza sulle minacce superumane è al Rockefeller Center di New York, posto splendido ma una specie di incubo per la sicurezza: troppo grande e dispersivo per essere certi di poterlo controllare tutto e forse è per questo che le forze dell’ordine federali e locali sono state integrate da contractor privati.

            Steve Rogers vi arriva abbastanza presto, intenzionato ad ispezionare il posto con calma. Se Liz Mace ha ragione, e lui scommetterebbe che ce l’ha, la Vedova Bianca colpirà proprio qui. Se il piano del Teschio Rosso è che quella ragazza uccida qualcuno di importante e che la colpa ricada sulla Russia, dovrà essere un’azione spettacolare in cui lei sia chiaramente identificabile, il che escluderebbe che colpisca da lontano come un cecchino, ma non rende certo le cose più facili.

            Steve entra con la delegazione dello S.H.I.E.L.D. guidata dal Direttore della Sezione Stati Uniti, il massiccio afroamericano dalla barba bianca G.W. Bridge. Dai suoi documenti risulta essere l’Agente William Burnside, una delle tante identità fittizie che usa da quando è tornato in azione. L’idea gliel’ha paradossalmente suggerita il suo “doppio negativo” Mike Rogers, che si è convinto che lui altri non è che il Capitan America degli anni 50, il cui vero nome era, appunto, William Burnside.

            Una volta dentro Steve si guarda intorno esaminando, senza darlo a vedere, le vie d’accesso e di possibile fuga.

            Quello è il momento che Henry Peter Gyrich sceglie per entrare e nel vedere la donna al suo fianco, per la prima volta da tempo Steve perde per un istante la sua compostezza e dalle labbra gli sfugge un’esclamazione:

-Non è possibile!-

            La donna dai lunghi capelli neri che indossa un austero tailleur blu e sta scambiando qualche parola con Gyrich assomiglia a Cynthia Glass, una ragazza che ha conosciuto quando era appena diventato Capitan America, ma Cynthia è morta nel 1940 ed a parte il viso, questa donna è più alta, slanciata e con muscoli tonici tipici di chi è abituata ad un regolare esercizio fisico. Potrebbe essere una parente?

            La curiosità ha la meglio su Steve che controlla l’elenco degli ospiti sul suo Starkphone. A quanto pare è una certa Dottoressa Anita Erskine, membro dello staff del Consigliere per gli Affari Superumani. Erskine come lo scienziato che ha inventato il siero del Supersoldato, una coincidenza troppo grossa per essere tale. Dovrà approfondire la cosa appena ne avrà il tempo.

            Forse perché distratto da questi pensieri, Steve non sembra accorgersi che qualcuno lo sta osservando a sua volta: una giovane donna bruna e con gli occhiali.:

-Tovarish Cherep…- sussurra in Russo in un laringofono nascosto nella sua collana -Il Comandante Rogers è qui. L’ho appena individuato.-

<<Quell’uomo ha la capacità di trovarsi sempre nel posto giusto per intralciare i miei piani.>> replica nella stessa lingua l’uomo che si fa chiamare Teschio Rosso attraverso gli auricolari che la donna porta negli orecchini <<In qualche modo deve aver capito cosa ho in mente. Ci sono anche gli altri della sua squadra?>>

-Negativo. Se ci fossero, li avrei individuati come ho individuato lui.-

<<Credi che ti abbia notata?>>

-Non credo, mi sono ritirata non appena l’ho visto e comunque non avrebbe potuto riconoscermi: in questo momento sono molto diversa dalla donna che ha incontrato. Vuoi che lo elimini?-

<<No. Non credo che ci riusciresti, lo metteresti solo in allarme con il rischio di compromettere l’intera operazione. Concentrati sul tuo compito.>>

-Ai tuoi ordini, Compagno Teschio. Chiudo.-

 

            La ragazza dai capelli color rame che indossa un’’attillata tuta bianca con un ragno nero disegnato all’altezza del seno sinistro è saldamente attaccata ad una specie di piccolo aliante che la porta proprio sopra il tetto dell’edificio. Si stacca e con un acrobatico salto atterra sul tetto.

            La ragazza, il cui vero nome è Olga Nikolaievna Derevkova ma è più nota in certi ambienti come Vedova Bianca, non teme di aver attivato allarmi: il Teschio l’ha fornita di un disturbatore di segnali elettronici e lei non ha alcun dubbio che funzioni. Purtroppo per lei, non è solo dalle spie elettroniche che deve guardarsi.

            Un sordo rumore alle sue spalle la spinge a voltarsi di scatto per trovarsi davanti Capitan America.

-Ci ritroviamo, dunque.- le dice Liz Mace.

-Ma stavolta finirà diversamente.- ribatte Olga.

            Come per magia un coltello da combattimento appare nella sua mano destra e lei lo lancia contro la sua avversaria che lo para istintivamente con il suo scudo.

-Ti è andata male.- le dice.

            Contemporaneamente la Vedova Bianca si è lanciata verso di lei gettandosi a terra per poi stringerle le caviglie con una presa a forbice.

            Capitan America perde l’equilibrio e cade a terra. La sua avversaria le è subito sopra stringendole il collo.

-Non mi impedirai di compiere la mia missione.- proclama.

-La tua missione è sbagliata. Farà solo del male alla Russia.- ribatte Liz.

-Menti!-

-Ne sei davvero convinta?-

            Una lieve esitazione ma è quanto basta a Cap per riprendere l’iniziativa e proiettare la sua avversaria sopra la sua testa. Lo slancio porta la Vedova Bianca oltre il bordo del tetto.

-No!- urla Liz.

            Si rialza di scatto e corre verso l’orlo del tetto. Sente il rumore di vetri infranti e quando si sporge la sua avversaria è letteralmente scomparsa. Una sguardo verso un’asta di bandiera poco più sotto le dice tutto quello che le serve sapere: la Vedova Bianca è riuscita ad entrare nell’edificio.

            Senza esitare, Capitan America salta.

 

            Carolyn St. Lawrence comincia ad annoiarsi. Il suo lavoro come supervisore alla sicurezza non è certo eccitante. Ogni delegazione si è portata dietro un certo numero di agenti dei propri organismi si sicurezza nazionali. Il Servizio Segreto, il Servizio Federale di Protezione ed altre agenzie di cui ha perso il conto hanno tutti inviato dei loro agenti. Agli uomini e le donne della North Organization non resta che occuparsi del check in degli ospiti, del cosiddetto servizio d’ordine e della sorveglianza esterna. Un lavoro di routine che le hanno affidato per testarla, è ovvio. Le hanno anche affiancato il Maggiore Richard von Burian. In teoria è un suo sottoposto, ma, Cary ne è certa, il suo vero compito è sorvegliarla. Poco male.

            Se la donna che ama ha ragione, e Cary tende a fidarsi dell’istinto di Liz Mace, presto ci sarà parecchia azione, ma per ora è tutto tranquillo.

            Mentre si accinge a prendere una tazza di caffè da una macchinetta, Cary sente una voce d’uomo nell’auricolare.

<<Intrusi al terzo piano.>>

-Ne siete sicuri?- chiede Cary.

<<Positivo, Signora. Abbiamo trovato una finestra infranta dall’esterno. In più le telecamere di sorveglianza e i rilevatori di calore hanno cessato di funzionare.>>

-Procedete a rintracciare gli intrusi e neutralizzateli possibilmente senza l’uso di forza letale.-

<<Ricevuto, Signora, chiudo.>>

            Cary si rivolge a von Burian:

-Prenda una squadra con sé e controlli i piani da qui al terzo.-

-E lei che farà?- ribatte l’altro.

-Vado a parlare con i Federali e li terrò a bada sperando che voi bastiate a risolvere la crisi.-

-Ovviamente ce la faremo.-

            Cary storce le labbra all’affermazione sbruffona di von Burian che, presi con sé alcuni uomini armati, imbocca con decisione le scale.

            Passa meno di un minuto poi si odono dei rumori ed un uomo rotola giù dalle scale travolgendo la squadra di von Burian, che riesce a mantenersi in piedi a stento. Subito dopo una donna vestita di bianco balza giù dal ballatoio atterrando con la grazia di una ginnasta proprio davanti a Cary.

            Von Burian le punta contro la sua Sig Sauer ma prima che possa sparare la Vedova Bianca, quasi senza guardare, punta verso di lui il braccio sinistro e dal bracciale che ha al polso esce una scarica azzurrognola che colpisce l’ex militare disarmandolo e facendolo cadere sul pavimento.

            Gli uomini rimasti della squadra di von Burian non fanno nemmeno a in tempo a reagire: un calcio, un colpo con il taglio della mano, un altro Morso di Vedova e sono tutti sistemati.

            La Vedova Bianca si volge verso Cary che impugna la sua pistola e la punta contro di lei

-Non costringermi a spararti.- le dice.

            Gli occhi della giovane russa si riducono a due fessure mentre replica:

-Non ci riuscirai.-

 

 

5.

 

 

            Una volta saltata oltre il tetto, è stato facile per Capitan America aggrapparsi all’asta di bandiera e lasciarsi dondolare fin dentro la finestra da cui è già passata la Vedova Bianca. Ora che è dentro, rimane indecisa per un attimo sulla direzione da prendere poi corre verso le scale. La porta si è appena chiusa alle sue spalle quando sente rumori di passi nel corridoio che si è appena lasciata alle spalle. Gli agenti della sicurezza indubbiamente, meglio non aver perso tempo a spiegar loro la situazione, il tempo stringe.

            Cap si precipita giù per le scale. Da sotto arrivano rumori di lotta, di corpi che cadono e poi una voce di donna che lei ben conosce:

-Non costringermi a spararti.- Cary St. Lawrence.

            Un ‘altra voce femminile conosciuta che ribatte:

-Non ci riuscirai.- la Vedova Bianca.

            Liz non esita e salta nella tromba delle scale. Per qualche istante le pare di volare poi atterra con un tonfo che le fa tremare le caviglie.

            Le ci vuole solo un istante per riprendere fiato e correre verso Cary St. Lawrence che si tiene il polso destro con l’altra mano.

-Tutto bene?- le chiede.

-Sì, mi ha solo disarmato con un calcio ma non credo di avere nulla di rotto. Fermala!-

            Liz guarda la porta della sala conferenze che ondeggia, mentre ai suoi lati due uomini giacciono a terra.  Ignorando il dolore alle caviglie, corre più forte che può nella stessa direzione.

 

            Henry Peter Gyrich ha appena cominciato a parlare quando vede entrare la giovane donna vestita di bianco e per un secondo gli sembra che gli stia puntando contro una pistola, poi un’altra figura femminile le piomba addosso e le cose si fanno troppo caotiche.

            Capitan America è arrivata appena a tempo per impedire alla Vedova Bianca di sparare ma la sua avversaria non è rimasta priva di risorse.

            Le due donne si confrontano in un duello senza esclusione di colpi. La Vedova Bianca si dimostra esperta di quasi ogni arte marziale conosciuta ma anche Cap non è da meno. In un gioco di finte e controfinte nessuna delle due è ancora riuscita a mettere a segno un colpo, agli occhi degli spettatori sembra quasi che le due donne stiano eseguendo un balletto.

            Mentre loro lottano, una mano femminile raccoglie non vista la pistola sfuggita di mano alla Vedova Bianca e la fa sparire nella sua borsetta.

-Arrenditi.- chiede Capitan America.

-Mai- risponde la sua avversaria.

            Alla fine è Olga Nikolaievna a mettere a segno un calcio rotante che prende Liz Mace all’addome. La Sentinella della Libertà si piega e la Vedova Bianca sta per sferrarle un altro calcio che la stenderebbe definitivamente ma improvvisamente la sua avversaria blocca la sua mossa afferrandole la caviglia, sbilanciandola e facendola cadere a terra.

            La Vedova Bianca rotola su se stessa ed estrae la sua seconda pistola per puntarla verso il palco ed è allora che un’altra donna si frappone tra lei ed il bersaglio.

-Fermati!- le intima

            La ragazza la guarda sorpresa e mormora:

-Mamma?-

-Sì, proprio io.- replica Anna Olegovna Derevkova -Ti chiedo di fermarti, Olga.-

-Io… io non posso.-

-Allora dovrai uccidermi perché io non mi muoverò di qui.-

            Il sudore imperla la fronte della Vedova Bianca, le sue mani tremano. Capitan America potrebbe disarmarla facilmente ma decide di attendere.

-Io… non posso!- grida la ragazza poi la pistola le sfugge dalle mani e lei crolla in avanti svenuta. Lo sforzo di resistere al comando del Teschio Rosso è stato troppo.

            Tra la folla una mano femminile punta una pistola verso le tre donne ma è bloccata da una stretta ferrea.

-Credevi davvero che non mi fossi accorto di te?- le chiede Steve Rogers.

            La donna non perde tempo: batte i tacchi ed una nuvola di gas si solleva istantaneamente. Steve molla la presa su di lei. Senza esitare l’Esecutrice corre verso una vicina finestra, la sfonda e si getta nel vuoto… o almeno così sembra, perché in realtà vola via.

-Un jetpack sotto il vestito, ingegnoso.- commenta Steve -Il Teschio Rosso pensa proprio a tutto.-

            Si guarda attorno, verso Capitan America in piedi ed Anya Derevkova che sostiene la figlia ed aggiunge:

-Ma anche stavolta ha fallito.-

 

            Henry Peter Gyrich prova a protestare sostenendo che la donna misteriosa deve essere trattenuta dalle forze dell’ordine americane, ma G.W. Bridge gli sventola sotto il naso il suo distintivo e pronuncia due sole parole:

-Priorità S.H.I.E.L.D.-

            Sotto i suoi occhiali scuri gli occhi di Gyrich sembrano emettere scintille. Il Protocollo ONU che gli Stati Uniti hanno sottoscritto parla chiaro: quando lo S.H.I.E.L.D. rivendica la propria giurisdizione sulla base della sicurezza internazionale, le giurisdizioni dei singoli Stati devono cedere.

            Per un momento pare quasi che Gyrich voglia sfidare Bridge poi, alla fine, sibila:

-Prendetevela.-

            Bridge impartisce alcuni, secchi, ordini ed in poco tempo la Vedova Bianca, ancora svenuta, è caricata su una barella e portata fuori, dove la attende un SUV con le insegne dello S.H.I.E.L.D. pronto a partire. Anya Derevkova vi sale a bordo.

            Capitan America si rivolge a Steve Rogers sussurrando:

-Quella russa era la donna che ci ha fornito le informazioni, non è vero?-

-Cosa ti fa pensare che io lo sappia?- ribatte Steve.

-Andiamo… è con me che stai parlando. Sapevi anche che era la madre della Vedova Bianca?-

            Steve fa un largo sorriso e replica:

-Come ti ho detto in precedenza, ci sono segreti che non sono libero di rivelare.-

-Segreti che riguardano Nick Fury, è ovvio. In un certo senso hai risposto..-

            Liz si volta ed il suo sguardo incontra quello di Cary St. Lawrence che le fa l’occhiolino. Sospira ed aggiunge:

-Mi piacerebbe fare diversamente ma credo sia mio dovere seguire da vicino l’epilogo di questa storia. Chiamala curiosità femminile. Tu non vieni?-

-Ho un altro impegno… con mia figlia in Virginia.-

            Cap sorride e commenta:

-Non c’è competizione. Prenditi cura di lei.-

-Proprio ciò che intendo fare.-

Si salutano e Liz lo guarda allontanarsi. Forse è l’uomo migliore che abbia mai conosciuto ed ha avuto fiducia in lei per continuare l’eredità di Capitan America e lei non intende deluderlo.

 

 

EPILOGO

 

 

            Un attimo prima che il SUV dello S.H.I.E.L.D. chiuda gli sportelli, una giovane donna dai corti capelli castani che indossa un elegante tailleur marrone lo raggiunge.

-Se andate al Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D., vengo con voi.- dice perentoria.

-Mi dispiace, Miss, ma questo non è un taxi.- replica un agente.

            La donna esibisce un distintivo e ribatte.

-Sono la Vice Direttrice del F.B.S.A. Maria Hill e sono attesa al Triskelion, quindi scostati e fammi passare, ragazzino.-

            L’agente rimane in silenzio e si morde le labbra poi dice:

-Passi pure, Signora.-

            Non appena Maria Hill sale i portelli si chiudono. Come ogni vettura dello S.H.I.E.L.D. anche il SUV è in grado di volare ed è appunto in volo che si sta dirigendo verso il Quartier Generale della più grande agenzia di sicurezza del Mondo.

Capitan America siede accanto ad Anya Derevkova che osserva, cupa, la figlia sempre priva di sensi.

-Immagino cosa sta passando.- le dice.

-Ne dubito, a meno che non abbia anche lei dei figli.- replica l’altra.

-Non li ho, infatti.-

-Mi scusi. Sono stata troppo brusca, colpa della tensione.-

-Non deve scusarsi, questo so cosa vuol dire. Vorrei farle i miei complimenti per il suo ottimo Inglese, sicuramente migliore del mio Russo.-

            Anya accenna un sorriso e dice:

-Ero una spia quando ero più giovane, prima di diventare madre, un’ottima spia, se posso dirmelo da sola.-

-È stato a quei tempi che ha conosciuto Nick Fury?-

            Altro sorriso.

-Lei è davvero una ragazza sveglia.-

            Liz sorride a sua volta poi indica la ragazza addormentata e chiede:

-Che ne sarà di lei?-

-Per prima cosa sarà esaminata dagli esperti dello S.H.I.E.L.D. per valutare come annullare gli effetti del lavaggio del cervello fattole dal Teschio Rosso, poi la riporterò in Russia. Forse ci vorrà tempo ma sono certa che la riavrò com’era prima.-

.           Prima che Anya possa aggiungere qualcos’altro, uno degli agenti interviene:

-Brutte notizie, signore, anzi: pessime.-

-Ovvero?- chiede Maria Hill.

-Il Triskelion è sotto attacco… dell’Hydra.-[10]

-Sempre loro.- borbotta Cap, poi si rivolge all’agente -Quest’affare è armato, suppongo.-

-Certo, armamento standard.-

-Ottimo porta al sicuro le altre ospiti, ma prima…-

-Non ho alcun bisogno di essere protetta.- afferma Maria Hill estraendo la sua pistola d’ordinanza.

-Ed io nemmeno.- aggiunse Anya.

            Liz le ignora e si rivolge all’autista.

-Abbassati più che puoi e cerca di non farti colpire.-

-Che intende fare?- le chiede l’uomo.

            Capitan America sorride e mentre apre uno dei portelli. risponde:

-Quello che so fare meglio: picchiare i cattivi e salvare il mondo.-

            Senza aggiungere altro, si getta nel vuoto.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poche ma buone, quindi partiamo:

1)    Questa storia si svolge in parallelo agli eventi descritti su Marvelit’s Agents of S.H.I.E.L.D. #006 e dall’ottava scena di Nick Fury #16.

2)    L’indagine di Yelena Belova sarà approfondita in prossimi episodi dei Vendicatori Segreti.

3)    Il Triskelion, nomignolo dato al Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D., è in realtà un antico simbolo celtico formato da 3 spirali unite in un punto centrale, più generalmente tre spirali intrecciate o per estensione qualsiasi altro simbolo con tre protuberanze e una triplice simmetria. In Italiano si dice triscele.

Nel prossimo episodio: l’inizio di un crossover con Marvelit’s Agents of S.H.I.E.L.D. #007 e Nick Fury #17 in cui tutti i nodi relativi all’Hydra verranno al pettine. Un’occasione speciale come questa richiedeva un aiuto speciale e difatti la storia sarà scritta a quattro mani nientemeno che con Mickey.

Vi aspettiamo.

 

 

Carlo



[1] Ovvero su Vendicatori Segreti #43.

[2]Vale a dire nell’ultimo episodio.

[3] Nell’episodio #97.

[4] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il servizio segreto militare russo.

[5] Come visto su Lethal Honey #16/19.

[6] Signora in Russo.

[7] Capo di una rete di spie russe in un paese estero.

[8] Sluzhba Vneshney Razvedki,

[9] Attuale Consigliere del Presidente degli Stati Uniti per gli Affari Superumani.

[10] Vedete Nick Fury #16.